Politica Zoom

Musulmani in Germania, a dispetto tendenze l’integrazione fa progressi

di Jonathan Laurence (Qantara.de 20/03/2012) – Traduzione di Claudia Avolio

 

Con la sua sintesi altamente selettiva di un report di 700 pagine sull’integrazione – concentrato sui “musulmani non-tedeschi” che vivono in Germania – il ministro degli Interni Hans-Peter Friedrich ha confermato lo schema entro cui esprime scetticismo circa l’integrazione musulmana nel Paese. Dal giorno in cui Frederich ha assunto l’incarico, ha rispolverato il mantra dei conservatori degli anni ’90 secondo cui “la Germania non è un paese di immigrazione”. L’ha aggiornato inserendolo nell’era post-riforma sulla cittadinanza, sostenendo che l’Islam in realtà non “appartiene” alla Germania. In tal modo si è aggiunto alla decennale tradizione dei politici conservatori che negano la diversità etno-religiosa del Paese. Alla Germania stanno mancando dei leaders politici su larga scala che potrebbero spazzare via un certo tipo di nazionalismo e assumere il ruolo adulto di informare il pubblico tedesco che a conti fatti loro oggi sono una società diversa. La nuova legge sulla nazionalità potrebbe significare che la maggior parte dei turchi tedeschi nascerebbero con la cittadinanza tedesca, ma alcuni politici tedeschi non hanno ancora digerito bene le implicazioni della diversità culturale che fa seguito a quella riforma.

 

Detrattori della diversità

 

Hans-Peter Friedrich è solo l’ultimo di una serie di detrattori della diversità che hanno preferito indossare i paraocchi piuttosto che fornire una buona informazione sul tema all’elettorato tedesco. Questi politici condividono un rifiuto di base ad accettare che le categorie di musulmani e tedeschi potrebbero non escludersi a vicenda. Le opinioni di Friedrich hanno un lungo pedigree che travalica le linee di partito. Non suonano molto diverse infatti da quelle di Thilo Sarrazin, l’ex banchiere federale che riteneva i migranti una causa dell’ “istupidimento” nel Paese, dicendo che si sentiva giustificato dagli studi recenti. Idee non dissimili da quelle dell’ex ministro degli Interni Günther Beckstein, in Bavaria, a sua volta ispirato dall’ex ministro degli Interni di Berlino/Brandenburg, Jörg Schönbohm. Questo teatrino che circonda lo spazio vitale dell’Islam nell’identità della Germania, tuttavia, è sempre più contrastato da una serie di tendenze incoraggianti nell’ambito della cittadinanza dei musulmani tedeschi e nell’integrazione istituzionale.

 

Integrazione istituzionale

 

I gesti di inclusione nel mondo delle istituzioni giocano un ruolo importante e vengono compiuti dai governi tedeschi da almeno sei anni: il Summit sull’integrazione voluto dal Cancelliere, la Conferenza sull’Islam promulgata dal ministro degli Interni, le scuole locali che danno spazio all’Islam nei loro curricula di studi, la formazione universitaria di teologi e gli insegnanti di religione. Dato che la competenza politica sulla religione afferische al controllo locale – e non della capitale Berlino – è proprio a livello locale che si notano maggiori progressi. La fine del 2011 si è rivelata particolarmente fruttuosa. Lo stato più popoloso della Germania (Nord Reno-Westfalia) ha di recente annunciato di voler offrire un’istruzione islamica in 130 scuole, di pari passo con le lezioni di religione già esistenti, a favore dei 320 mila musulmani iscritti alle scuole pubbliche dello stato. Lo scorso autunno, la prima classe di teologi musulmani tedeschi ha iniziato studi dottorali in quattro distinte università. L’università di Tübingen ha lanciato un nuovo programma per insegnanti di religione islamica, mentre l’università di Osnabrück si è data da fare per fornire ulteriore istruzione agli imam inseriti nel contesto tedesco.

 

Sforzi locali

 

Due forum di moschee locali – ispirate dalla Conferenza tedesca sull’Islam – hanno da poco visto la luce. Nel primo caso, quaranta persone hanno partecipato alla “Tavola rotonda sull’Islam” di Baden-Württemberg, discutendo di immagine pubblica, educazione, libertà di base e ruoli di genere nell’Islam, parlando anche di “misure concrete per migliorare l’integrazione dei musulmani” nel paese. Nel secondo caso, il governo del Nord Reno-Westfalia ha avviato il “Forum del dialogo sull’Islam”, presieduto dal ministro per l’integrazione locale, al fine di “intensificare e migliorare il dialogo e la cooperazione coi musulmani e le organizzazioni che vi fanno capo”, toccando i temi di integrazione, educazione e dialogo interreligioso. Ci sono al momento almeno tre ministri in Germania di origini turche:  Bilkay Öney (Baden-Württemberg), Aygül Özkan (Bassa Sassonia) e Dilek Kolat (Berlino). Il loro affermarsi sulla scena politica rappresenta un solido rimprovero a chiunque abbia creduto che il successo del politico Cem Özdemir fosse solo una chimera nel calderone della “diversità politica” tedesca. (Per l’orgoglio turco-tedesco, la rivista Foreign Policy ha dichiarato Özdemir uno dei suoi preferiti 100 pensatori mondiali). E’ passato così poco tempo dall’uscita del best-seller anti-immigrato di Thilo Sarrazin, “La Germania abolisce sé stessa”, per non parlare dell’interminabile dibattito nel chiedersi se l’Islam sia “della” Germania o no, e ancora la recente rivelazione di una macabra serie di neo-nazi e dei loro omicidi di residenti turchi-tedeschi. Eppure chi l’avrebbe mai detto che l’odierna integrazione politica andasse meglio di quanto ci si potesse aspettare?

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Claudia Avolio

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  • L’ISLAM E’ ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILE CON LE NOSTRE SOCIETA’ DEMOCRATICHE IN QUANTO I MUSSULMANI HANNO IL DOVERE QUALI BUONI FEDELI DI OSSERVARE LA LORO SHARI’AH CHE NON PREVEDE LA SOTTOMISSIONE ALLE AUTORITA’ CIVILI DELLE VARIE NAZIONI IN CUI ESSI SI TROVANO.
    QUESTO E’ IL DATO VERO ED INCONTESTABILE E CHE IMPEDISCE LORO DI INTEGRARSI SERIAMENTE ED ONESTAMENTE CON NOI OCCIDENTALI CHE COMUNQUE AI LORO OCCHI RESTIAMO DEGLI “INFEDELI” DA CUI STARE LONTANI PER NON ESSERE NEGATIVAMENTE INFLUENZATI.
    E CIO’ AL DI LA’ DEL FATTO CHE ESSI SIANO O NO CONTRO GLI EBREI FATTO COMUNQUE CHE VA CONDANNATO SENZA SE E SENZA MA IN QUANTO ANCHE QUESTA E’ UNA FORMA DI RAZZISMO INSOSTENIBILE ED INGIUSTIFICABILE. TUTTI COMUNQUE PERO’ SI AUGURANO CHE PRIMA O POI IL LORO SACRO CORANO COSI’ COM’E’ ACCADUTO PER LA NOSTRA SACRA BIBBIA PER I CRISTIANI ED ANCHE GLI EBREI , VENGA REINTERPRETATO IN CHIAVE MODERNA E DEMOCRATICO COSA CHE COMUNQUE SARA’ MOLTO COMPLICATO DA REALIZZARE .
    RINALDO DI NINO